Si festeggia l'11 Novembre di ogni anno.
Martino nacque intorno al 315 d.C. nella regione della Pannonia e fin da giovane fu avviato alla carriera militare dal padre, che scelse il nome Martino in onore a Marte, dio della guerra.
Curiosità..
In molte parti d’Europa i festeggiamenti
prevedevano anche falò, processioni con
lanterne e scambi di regali: in alcune
regioni della Francia e della Fiandre era
San Martino che portava i regali ai bambini,
scendendo dal camino proprio come
Babbo Natale. In Spagna si macellava il
maiale, dove è ancora vivo il proverbio
“A cada cerdo le llega su San Martín”
(“Ogni maiale ha il suo San Martino”)..
Quando era ancora soldato, accadde quello che è rimasto l'episodio più noto della sua vita, il taglio del mantello per riparare dal freddo un mendicante.
Lasciate le armi, fondò vicino a Poitiers una comunità di asceti e si dedicò ad un'intensa attività pastorale in tutta la Francia. La sua fama crebbe a tal punto da essere eletto vescovo di Tours per acclamazione popolare.
Morì nel 397 ed i funerali si tennero l'11 novembre, data divenuta la ricorrenza ufficiale del Santo.
Ma perché alla sua festa sono legate tante usanze e tradizioni in tutta Europa?
L'11 novembre coincideva con la fine delle celebrazioni del Capodanno dei Celti, il “Samuin”, che si svolgevano proprio nei primi dieci giorni del mese: il retaggio di questa festa pagana era ancora presente nell’Alto Medioevo, e la Chiesa sovrappose il culto cristiano del Santo più amato dell’epoca alle tradizioni celtiche.
Molte usanze di ascendenza precristiana sopravvissero così nel corso dei secoli, confluendo nelle celebrazioni di san Martino.
La festa di San Martino era una delle più importanti feste dell’anno, una sorta di capodanno contadino nel corso del quale si mangiava e beveva in abbondanza.
Precedeva il periodo di penitenza e digiuno prima del Natale che cominciava il 12 novembre e prendeva il nome di “Quaresima di San Martino”.
Questo periodo era anche chiamato “estate di San Martino”, in quanto rappresentava le ultime giornate di clima mite prima della conclusione delle attività agricole e si festeggiava con il vino novello da cui il detto “per San Martino ogni mosto è vino”.
Un'altra tradizione molto sentita era, ed in molte città lo è ancora, quella di servire l'oca nel menu della festa di San Martino.
Si narrava infatti che Martino non volesse rinunciare alla vita monacale per diventare vescovo di Tours, quindi si nascose nelle campagne, ma fu scoperto per le strida di un gruppo di oche.
In realtà anche la tradizione di cucinare l’oca è un usanza pagana: nelle celebrazioni celtiche l’oca era infatti un animale sacro.
Ma San Martino era una data importante anche per le attività civili e lavorative: l’11 novembre scadevano infatti i contratti agricoli e di affitto, e di conseguenza si svolgevano in questo periodo i traslochi (“fare san Martino” voleva dire proprio “traslocare”).
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